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Palazzo Pamphilj
Il portale istituzionale del Comune di Nettuno (RM)

fotoSi trova al centro del Borgo Medievale. Il primo nucleo risale presumibilmente al 1600, col nome di "Casino Cesi". E' proprietà della famiglia Cesi fino al 1648.
Il 30 settembre di quell'anno viene venduto da Federico Cesi, duca d'Acquasparta a Camillo della famiglia dei Pamphilj, originari di Gubbio, il quale lo amplia con una serie di acquisti di edifici contigui, fino a conseguire la forma attuale nel 1648-50. Per le suppellettili e attrezzature che vi sono contenute al momento dell'acquisto, si ritiene che fosse destinato all'attività vitivinicola, molto praticata nella zona, per l'esistenza di ottimi vitigni.

Lo zio di Camillo è Giovan Battista Pamphilj, papa con il nome di Innocenzo X. Altri palazzi della famiglia sono a Roma il palazzo in piazza Navona (sede dell'ambasciata brasiliana), il palazzo in via del Corso (sede della galleria Doria - Pamphilj e dell'archivio di famiglia), la villa Bel Respiro; a Frascati la villa Aldobrandini-Belvedere; i palazzi diValmontone e di Albano.

La fortuna dei Pamphilj è favorita dalla madre di Camillo, Olimpia Maidalchini e dalla moglie Olimpia Aldobrandini, già vedova di Paolo Borghese. Oggi vi si può ammirare un pregevole ciclo di affreschi di Pier Francesco Mola (Coldrerio 1612 - Roma 1666). Nel timpano delle finestre è scolpito il simbolo della famiglia: la colomba pamphiliana con il ramo d'ulivo e sugli stipiti il giglio. Sul portone d'ingresso è posto l'emblema gentilizio di Camillo e Olimpia Pamphilj-Aldobrandini, i tre gigli, la colomba con il ramo d'ulivo, la banda contromerlata con la stella a otto punte. Vi è un piano terreno, con circa trenta locali e il piano nobile, derivato dall'aggregazione di vari ambienti, dominati dalla Galleria.

Il palazzo di Nettuno sale agli onori della cronaca, quando Giovan Battista Pamphilj-Aldobrandini vi ospita la corte pontificia, qui convenuta da domenica 21 a giovedì 25 aprile 1697, per procedere alla visita tecnico-estimativa del porto di Anzio. In memoria dell'evento vi viene posta l'arme del papa Antonio Pignatelli (Innocenzo XII). Uno dei figli di Camillo è il cardinale Benedetto, che molta parte avrà nella storia locale, quale Plenipotenziario del porto di Anzio, nominato da papa Innocenzo XII nel 1700. I lavori del porto sono lunghi e difficili. In tarda età, Benedetto si ritira nel palazzo di famiglia a Nettuno, dove si circonda di poeti, musici e letterati. Egli stesso compone questi versi: "Bell'onda che mormori Ascolta il mio tormento E per un poco non mormorar Che per mio gran ormento Pur troppo a Corte mormorar io sento"

Durante la sua lunga sovrintendenza, fa portare nella Villa Bel Respiro a Roma una quantità enorme di antichi reperti archeologici di epoca romana, trovati negli scavi del porto e in altri scavi eseguiti nell'entroterra di Nettuno. Benedetto muore il 22 marzo 1730 e a lui succede il nipote Camillo junior. L'ultima Pamphilj è Anna, che nel 1761 sposa Giovanni Andrea Doria III, originario di Genova. Tra gli ultimi discendenti di questa famiglia, si ricorda Filippo Andrea VI, che alla fine della II guerra mondiale sarà eletto sindaco di Roma.

Nel 1769, i Borghese, in virtù delle prime nozze di Olimpia Aldobrandini con Paolo, entrano nella eredità Aldobrandini e quindi, nella proprietà del palazzo di Nettuno. Nel 1847 il palazzo passa a Francesco Borghese-Aldobrandini, generale di Napoleone Bonaparte, che poi sposerà Adele de la Rochefoucauld (ad Adele sarà intitolata la Villa costruita ad Anzio).

Con l'avvento dei Borghese, per l'opera benefica di Adele, il palazzo viene affidato alle Suore Francesi della Croce per dirigervi una scuola, ora retta dalla Chiesa Collegiata dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista. (dal volume "Anzio delle delizie - Le dimore nobiliari" - di Cesare Puccillo - Centro Studi Neptunia - agosto 1997)

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