Galleggiamo nel “mercato dell’emotività”, per il moltiplicarsi delle emergenze connesse ai cambiamenti climatici - si passa agevolmente da alluvioni a siccità - alla povertà materiale e culturale sempre più evidente e diffusa, alle migrazioni sempre più massicce, al rinascente, devastante terrorismo, alla “guerra mondiale a pezzi” – Ucraina e Palestina le situazioni più eclatanti -, alla sanità carente ed alla globalizzazione, con tratti di liberismo selvaggio, che moltiplica disparità ed ingiustizie sociali, anche per il potere di acquisto eroso di tantissime famiglie.
Sono ancora visibili e percepibili paure, disagi, timori conseguenti alla pandemia, agli intervenuti risvolti negativi sul piano della socialità, della sfera emotiva, affettiva, relazionale di ciascuno e delle limitazioni imposte nel godimento dei diritti fondamentali.
In un’epoca di crisi e di confusione dei valori e delle identità, ci consoliamo ed adagiamo in desideri minori, con il culto ed il vizio di sé stessi, delle piccole cose e di effimeri piaceri individuali, inchiodati all’eterno presente ed all’individualismo, a fronte dell’aumento di disuguaglianze, nel godimento dei diritti fondamentali, specie lavoro, sanità, istruzione, nel contesto di un egoismo territoriale, venato di populismo, che rischia di rompere il patto di solidarietà e di coesione sociale alla base della nostra Costituzione.
Nella “democrazia dei creduloni” sembra che ogni voce viene alzata a rango di verità, conseguenza della civiltà digitale, in cui si parla troppo di diritti e poco di doveri, pur nella generale consapevolezza che accanto ai diritti vecchi (lavoro, salute, istruzione) occorre formulare e calibrare diritti nuovi per la tutela ambientale e nell’ambito delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dell’intelligenza artificiale (diritti di quarta generazione).
Occorre guidare e gestire oculatamente e sapientemente la globalizzazione in atto, da cui è impossibile prescindere e che ha cambiato il nostro modello culturale, i nostri stili di vita, nel mondo governato da algoritmi, dalla finanza, con la politica debole, con Paesi a sovranità limitata, nel mentre aumentano le periferie del mondo, frustrate e senza voce, con troppe “banlieue” stremate da un capitalismo spesso illiberale, selvaggio, senza regole, e con Società che si appalesano sempre più un arcipelago di corporazioni, di gruppi di interessi e lobby di potere.
E per finire, introduciamo una pennellata di ottimismo evidenziando che ogni generazione tende a biasimare se stessa, rimpiangere la precedente, per essere, poi, riabilitata dalle successive; se tornassero a vivere i nostri antenati direbbero che la vera età dell’oro e dell’Eldorado, è la nostra, nonostante tutto, e nonostante la società non compiutamente democratica ed egualitaria.
Queste riflessioni, non vogliono assolutamente indulgere al pessimismo, ma attraverso uno sguardo proiettato sul passato e sul presente, tendono a stimolare orizzonti nuovi, pregni di solidarietà, pace e giustizia sociale, per un mondo pacificato e riconciliato.
Alla Città, alle Espressioni molteplici dell’Associazionismo, politico, sociale, culturale, produttivo, al Mondo della Scuola e delle Parrocchie, ai Rappresentanti delle Istituzioni del territorio, ai Vertici territoriali delle Forze dell’Ordine, al Management della B.C.C., gli auguri più fervidi di una serena Pasqua, con sentimenti di gratitudine e riconoscenza per la proficua collaborazione e per i contributi e gli apporti significativi nella gestione della Città.
Un ringraziamento, infine, ai Dirigenti dei settori comunali e relativo Personale, ai Vigili Urbani, per l’impegno quotidiano, la dedizione e lo slancio con cui disimpegnano i compiti e le incombenze affidate, in un contesto di massima legalità e trasparenza.
La Commissione Straordinaria
Giallongo – Reppucci – Infantino