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Targa n. 7
Il portale istituzionale del Comune di Nettuno (RM)

La settima targa storica la troviamo in via Romana, n. 13 (non più n. 9). Era un’osteria appartenuta al nettunese Alfredo Cicco, che durante la prima guerra mondiale prestò servizio come artigliere. 

Dall’8 febbraio, la cantina divenne la sede permanente del 6° corpo d’armata. Aveva una grotta sottostante il piano terra che, collegata con le altre grotte sotterranee, formavano un labirinto dove furono sistemati gli uffici. 

Nel diario del generale Lucas si legge: «I continui attacchi aerei e il bombardamento di ieri hanno provocato perdite notevoli tra i miei collaboratori. Per la loro incolumità abbiamo spostato gli uffici nelle enormi grotte della cantina, profonde circa 6 metri. Ora sono tutti più tranquilli e sono tornati al lavoro. Il mio ufficio è al pianterreno, ma posso correre di sotto all’occorrenza, quando viene segnalato il pericolo di attacco aereo. Tuttavia molte delle mie ore le trascorro fuori dall’ufficio».

A destra, l’immagine ci mostra come si scendeva, dal piano terra delle cantine, alle grotte sottostanti. I due scivoli, ai lati delle scale, servivano per far scivolare, con le corde, le botti vuote al piano inferiore. Una volta arrivate in fondo, le botti venivano collocate nelle nicchie laterali. Molte delle grotte avevano il pozzo per l’acqua; per l’aerazione era sufficiente l’apertura del portone della cantina, alcune però avevano le finestrelle a livello stradale.

 

The seventh historical plaque can be found in Via Romana, number 13 (no longer number 9). It was a wine cellar that belonged to Alfredo Cicco, a man from Nettuno. It had the name “Artilleryman’s Inn” printed over the entrance. The owner, Alfredo Cicco, served as artilleryman in WWI. Since February 8th the wine cellar became the permanent 6th Corps headquarters. It had underground cellars which, connected with others underground cellars, formed a labyrinth. That’s where all sections of the headquarters were located. In Lucas diary we can read: “The constant air attack and shelling this morning prevented any work being done and made it apparent that it was only a question of time until I would have serious losses among the members of the staff. I can’t afford to chance that so the staff is now in an enormous wine cellar about 20 feet underground. Nerves have smoothed out already and all have gone back to work. My office is on top but I can get down in a hurry if it gets too hot. I am out much of the time, anyhow”.

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